I dischi vertebrali sono delle strutture fibrocartilaginee flessibili. In un soggetto giovane, costituiscono il 25% dell’altezza dell’intera colonna vertebrale, ma con il passare degli anni questa percentuale diminuisce. Il disco è composto da una parte centrale chiamata nucleo polposo, formato da una sostanza gelatinosa (composta dall’80% da acqua) e da una serie di fasci fibrosi concentrici che rivestono il nucleo. Questa disposizione impedisce alle vertebre di strofinarsi tra loro, facilitando i movimenti e ostacolando alla forza di gravità. Il composto di gelatina che forma il nucleo serve ad ammortizzare i carichi. Le continue pressioni durante il giorno disidratano la sostanza, che di notte si reidrata per osmosi. Quando gli sforzi sono ripetuti e importanti, il disco subisce un processo di degenerazione e invecchiamento dando origine alla discopatia. Una volta che lo strato si assottiglia, le vertebre hanno meno supporto e ciò può creare il classico dolore alla schiena.
Questa degenerazione del disco intervertebrale può interessare la zona cervicale, manifestando problemi agli arti superiori, prendendo il nome di discopatia cervicale, oppure può interessare la zona lombare, dando problemi agli arti inferiori, causati da una discopatia lombare. Quando il problema riguarda la zona lombare, la discopatia L5-S1 è la più frequente. Ciò significa che la degenerazione riguarda l’ultimo disco della colonna, ovvero quel disco che regge tutto il carico della colonna. In base alle diverse cause che possono provocare la discopatia, questa patologia viene suddivisa in quattro diverse tipologie:
Si viene a creare in seguito ad un trauma o ad uno sforzo eccessivo.
E’ la forma che colpisce i soggetti anziani, ed è dovuta a cause genetiche, sedentarietà o sovrappeso.
Si sviluppa in seguito a infezioni causate dallo stafilococco, streptococco, dalla tubercolosi disco-vertebrale o dalla febbre di Malta, patologia che si contrae quando si consuma il latte non pastorizzato.
Provocata dalle sostanze infiammatorie presenti nel disco come citochine e istamina
La discopatia non sempre provoca dei sintomi avvertibili. Infatti solo se si fa pressione sul nervo, il soggetto avverte dolore. Si presenta è sordo e si protrae nel tempo, anche se in alcuni casi è improvviso e molto forte. Quando la discopatia interessa i nervi spinali, il dolore si può irradiare dal gluteo fino al piede, provocando nel soggetto affetto insensibilità o formicolio agli arti.
Diagnosticare la discopatia è facile ma spesso fuorviante. Solitamente si effettua una radiografia in piedi, e se uno o più dischi appaiono appiattiti, allora si può procedere ad una risonanza magnetica, se la sintomatologia lo richiede, per confermare la presenza di compressione sulla radice nervosa o midollo spinale. L’ernia al disco è una discopatia lombare causata dal cedimento dell’anello fibroso, il quale si deforma, fino a far migrare il nucleo polposo all’esterno. Esistono diversi gradi di erniazione:
Il trattamento chiropratico delle discopatite e sicuramente un opzione da prendere in considerazione. In anzi tutto il Dottore in Chiropratica dovrà determinare il tipo di discopatia di cui uno è afflitto e capire se il problema alla schiena dipende esclusivamente da questa patologia aiutandosi con test ortopedici ed esami diagnostici (radiografie, risonanza magnetica, Tac, elettromiografia) Se avete una discopatia che provoca sintomi, il Chiropratico cercherà una delle seguenti probabili cause:
Può creare dei problemi al livello biomeccanico della colonna vertebrale
Possono fuoriuscire dalla loro sede e creare una pressione sui nervi spinali.
Che può creare dolori alla schiena e alle gambe.
Lo scopo del trattamento chiropratico è quello di migliorare la biomeccanica dell’articolazione migliorandone la mobilità e diminuendo l’infiammazione. Ci sono diverse tecniche chiropratiche per trattare il problema ed alcune sono elencate qui sotto: